L’Italia è lacerata dalle polemiche sull’accoglienza dei migranti. Molte comunità sono in grande difficoltà, l’opinione pubblica è divisa tra chi è per continuare a dare riparo e assistenza a decine di migliaia di persone e chi queste persone le vede abbandonate al loro destino ogni giorno sotto casa, per strada, nei giardini comunali. Il nostro paese è ancora troppo solo, come ha ricordato anche il premier Paolo Gentiloni: “serve sia dal punto di vista economico che delle scelte politiche un impegno maggiore, bisogna riconoscere che la Commissione e il Presidente Jean-Claude Juncker sono consapevoli di questo impegno. Mi auguro che si traduca in un rifinanziamento dei fondi per l’Africa, di cui la commissione si farà promotrice”.

Intanto, come spesso accade, è guerra di cifre – è in corso o meno un’invasione – che influenza anche la discussione sulla legge dello ius soli, qualche punto fermo si può provare a metterlo, nel tentativo di permettere a tutti di farsi un’idea sui costi, immediati, e i benefici, a lungo termine, dell’integrazione.

1) Secondo i dati Unhcr, tra il 1 gennaio e il 31 maggio 2017 sono sbarcate in Italia 60.309 persone. Un dato significativamente superiore a quello dello stesso periodo del 2016, quando arrivarono 47.858 immigrati (+26%). Sempre lo scorso anno in Italia sono giunte oltre 180 mila persone. E in 5.022 hanno invece perso la vita nel Mediterraneo.

2) Undici per cento. E’ la percentuale, bassissima, fornita dal Parlamento Europeo, sui 160.000 richiedenti asilo, presenti in Italia e in Grecia, che è stato ricollocata nell’Ue a fine aprile 2017 ai sensi del piano del Presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker. Questo significa che l’89% resta nei nostri confini, determinando inevitabilmente un’emergenza. Molti paesi, soprattutto all’Est, hanno chiuso le porte in faccia agli immigrati e anche a noi.

3) Sono solo quattro i migranti minori non accompagnati ricollocati, sempre a fine maggio del 2017, nei paesi europei che accettano l’adozione internazionale e attivano la bilateralità della giurisdizione comunitaria in tale materia. Si tratta di quattro minorenni eritrei, accolti in Norvegia e nei Paesi Bassi. Il dato è fornito dalle istituzioni europee, Parlamento e Commissione.

4) Tra gennaio 2011 e dicembre 2016 sono sbarcati in Italia  62.672 minori soli, provenienti principalmente da Eritrea,  Egitto, Gambia, Somalia, Nigeria e Siria. Il loro numero è  però cresciuto di sei volte tra il 2011 (4.209) e il 2016 (25.846) e  mentre la loro percentuale sul totale degli arrivi era il 6% nel  2011, l’anno scorso ben 1 migrante su 6 sbarcato sulle nostre coste era un minore solo, come reso noto da Save the Children.

5) Sempre Save the Children ha denunciato una specifica vulnerabilità, che riguarda i cosiddetti minori  “invisibili”, che avendo come meta altri paesi europei si rendono irreperibili al sistema di accoglienza e si riaffidano ai trafficanti, correndo gravissimi rischi. Una situazione che tra il 2011 e il 2016 ha riguardato la quasi totalità dei 22.586 minori soli di origine eritrea (11.251), somala (5.618), siriana (2.927) e afghana (2.790) sbarcati In Italia.

6) Tre miliardi e 300 milioni di euro. Sono i costi, stimati dal ministero dell’Economia per l’accoglienza nel 2015, di cui tre miliardi di parte corrente. Queste cifre saranno destinate a salire.

7) I contributi Inps versati dai lavoratori stranieri nelle casse dell’Istituto di previdenza sono pari a circa 8 miliardi di euro. L’Inps, sempre secondo gli ultimi dati disponibili del Tesoro, ha un attivo da questi contributi di 4,5 miliardi di euro a fronte delle pensioni erogate sempre in favore dei lavoratori non italiani.

8) L’imponibile totale generato dai redditi dei lavoratori stranieri in Italia è di 45,6 miliardi di euro (dati del Tesoro del 2015) che ha generato 6,6 miliardi di euro di Irpef pagata.

9) Grazie all’azione diplomatica dell’Italia, c’è un solo paese che sta declinando ancora l’invito ad entrare nel gruppo di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia) blocco nazionalista anti-ricollocamenti dei migranti: è la Romania. Inutile dire l’impatto che avrebbe sul nostro stesso paese una saldatura totale dei paesi dell’Est Europa, da tempo contrari ad accogliere i rifugiati.

10) Tra il 2000 e il 2010, raccontano le ultime statistiche delle Nazioni Unite, in Europa sono arrivati in media 1.200.000 immigrati su un totale di 500 milioni di abitanti dell’Unione. Fa poco più che lo 0,2% della popolazione complessiva. C’è stato un picco, quando solo nel 2015 ne arrivarono circa un milione esclusivamente in Germania, così come negli anni della crisi dell’euro gli sbarchi furono meno della metà e da due anni hanno invece ripreso con vigore.

L’Unione Europea e l’Italia con essa, sono il 7% della popolazione mondiale, producono il 25% del Pil globale e offrono il 50% della spesa di welfare planetaria. L’Europa è il miglior posto per vivere al mondo: senz’altro può  attrezzarsi per fronteggiare questa emergenza. A condizione che non lasci da sola l’Italia ad affrontarla.

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