Il 17 giugno 1987 l’Erasmus (acronimo per European Region Action Scheme for the Mobility of University Students) partiva ufficialmente come un programma di mobilità per 3000 studenti, dopo un periodo di prova di cinque anni (1981-1986). Per il primo anno, il programma riguardava undici Paesi partecipanti (Italia, Belgio, Danimarca, Germania, Grecia, Francia, Irlanda, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Regno Unito), ed era rivolto solo a studenti universitari.

Trent’anni dopo, l’Erasmus si è espanso in ogni senso: i paesi partecipanti sono ora 33 e il focus non è più soltanto l’istruzione accademica: come il “+” che dal 2014 è stato aggiunto al suo nome sta a dimostrare, l’Erasmus+ include tirocini lavorativi, training del personale, attività formative, volontariato, cooperazioni tra università, organizzazioni di ricerca, imprese, ONG, autorità locali, regionali e nazionali e altri attori (europei e non). Anche lo sport è diventato parte integrante del programma. Quanto ai tremila partecipanti iniziali, si stima che nel settennio 2014-2020 i beneficiari delle iniziative promosse da Erasmus+ saranno quattro milioni.

L’ampiamento del target del programma, sia in termini di partecipanti che per quanto riguarda le attività e gli ambiti inclusi, indica la capacità di Erasmus+ di generare crescita economica e posti di lavoro, ma anche di promuovere la coesione sociale in Europa e al tempo stesso di fornire a giovani europei la possibilità di arricchire il loro sviluppo personale e professionale.

Per celebrare il trentesimo anniversario dell’Erasmus, numerose iniziative sono state proposte dalle Istituzioni europee (alcune già tenutesi, altre che avranno luogo nei prossimi mesi). Il 13 giugno si è svolto a Strasburgo in Francia (una delle sedi del Parlamento Europea) un evento ufficiale cui hanno partecipato giovani e studenti beneficiari dei finanziamenti Erasmus+, le agenzie nazionali del programma e membri di Parlamento e Commissione, per festeggiare i risultati dell’Erasmus e discutere gli sviluppi della sua nuova fase, che inizierà nel 2020. All’evento hanno partecipato anche il Presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, il quale ha presentato l’Erasmus come portatore di grandi speranze per un’Europa unita e fiduciosa nel futuro; il Commissario europeo per l’educazione e la cultura Tibor Navracsics, che ha ricordato come l’Erasmus abbia unito i giovani europei; e Il Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, che ha sottolineato l’importanza dell’Erasmus+ per offrire ai giovani europei opportunità di crescita e ha ricordato che il programma serve anche a creare posti di lavoro; per tale motivo, Tajani ha posto la necessità di stanziare fondi adeguati per la prossima fase dell’Erasmus. Già nel settennio 2014-2020, del resto, il budget è stato accresciuto del 40% rispetto al periodo precedente.