Non era finita. Ci siamo illusi che gli sbarchi si fossero interrotti, forti degli accordi col governo libico ufficiale e alcune delle 400 tribù che comandano nel paese africano, accordi che hanno portato a ridurre bruscamente in estate gli arrivi sulle coste italiane. Ma come il meccanismo di “aiutiamoli a casa loro” – in che tragiche condizioni e a quale prezzo dei diritti umani, sarebbe bene indagare – il flusso è ripreso, come quello avvenuto sulle coste campane. Il Mediterraneo è un mar morto. Il nuovo sbarco di migranti a Salerno, lo dimostra. Con particolari se possibile ancora più sconvolgenti. Stavolta a bordo della nave spagnola Cantabria, appena giunta nel porto commerciale, ci sono ben 26 cadaveri di donne che sono morte durante una traversata su un gommone di fortuna. Si sta indagando se siano state oggetto di violenza e perché siano decedute solo loro.
Sulla nave sono giunti 375 migranti, molti i bambini e donne incinte.
“Una tragedia dell’umanità – ha detto il prefetto di Salerno, Salvatore Malfi – credo che la procura si attiverà da subito per valutare se possa trattarsi di altrettanti omicidi”.
A questo punto suona come una beffa tragica quel meno 30% di sbarchi nell’anno rispetto al 2016 registrato dal governo. L’Italia da sola non può far molto e questo l’Europa dovrà capirlo rapidamente. Senza aspettare che il generale inverno fermi tutto come per incanto. In attesa di una nuova strage nel Mediterraneo.