Alti e bassi nei dati occupazionali europei: se in Italia e Spagna il tasso è ben sopra la media nell’Ue, in Germania praticamente lavorano tutti, visto che l’indice è al 3,9%, un livello che i libri di economia definiscono di ‘piena occupazione’.
Sono alcuni dei dati forniti nella consueta nota del Centro Studi di Confindustria che, nell’analisi mensile, ha segnalato un rafforzamento degli indici di attività e una maggiore fiducia da parte di imprese e famiglie.
Una crescita che, soprattutto per Germania, Francia e Spagna, riguarda il comparto industriale, ottenendo nel mese di maggio un +4%, rispetto all’1,3% di aprile. L’Italia sembra invece aver recuperato terreno nel settore occupazionale: dopo il +0,2% del 1° trimestre, nel bimestre aprile-maggio gli occupati sono aumentati di 60mila (+0,3%). Crescono i lavoratori dipendenti: +129mila unità rispetto al 1° (+0,7%), di cui +45mila a tempo indeterminato e +84mila a termine. Gli indipendenti registrano un -1,3%. Tasso di disoccupazione in lento calo: 11,3% in maggio, dall’11,8% di gennaio.

Ritornando all’eurozona sono balzate in avanti le attese sull’occupazione rispetto al trimestre precedente ed è stato registrato un calo della disoccupazione che è passata a 9,3% a maggio, rispetto al 10,2% di un anno prima.Ancora alta in Spagna (17,7%), ma in costante calo da metà 2013; pressoché stabile, da gennaio, in Francia (9,6%) e ai minimi in Germania (3,9%).

La strada da fare, soprattutto per l’Italia, è ancora in salita e, di certo, lo sarà finché il governo non rafforzerà gli investimenti sul lavoro giovanile, capendo che bassa occupazione ed emigrazione dei giovani riducono di molto il potenziale di crescita per l’Italia.