Se come riportato sul The Mirror, il ministro per la Brexit David Davis ha avvisato l’Europa di non esser intenzionato a fare passi indietro e di non avere dubbi sul lasciare l’Unione, la Brexit sembra spaventare sempre più gli stessi britannici. Questa volta si tratta del gruppo Russell, che unisce ventiquattro esponenti delle più prestigiose università del Regno Unito, tra cui quelle di Oxford, Cambridge e Londra, che, in una lettera indirizzata alla prima ministra Theresa May, chiedono di rivedere le politiche in materia di diritti per i cittadini dell’Unione Europea residenti nel Regno Unito. I firmatari della lettera vedono, infatti, come pericoloso l’approccio della May, che per il 2019 prevede la fine della libertà di movimento tra l’Ue e il Regno Unito.

La Lettera, di cui ha parlato anche il quotidiano britannico The Indipendent, riporta un elenco di dieci punti in cui i firmatari, reclamano maggiore chiarezza soprattutto sui piani del governo circa i diritti dei cittadini dell’UE. Da quanto riportato nella lettera, la mancanza di regole chiare influisce negativamente sui “cittadini dell’UE” che frequentano le varie università e “influenza la capacità di assumere personale di talento dall’UE”.

L’azione della May avrebbe, insomma, una ricaduta negativa sul sistema universitario ed economico britannico. Basti pensare all’istruzione superiore del paese, settore che genera, da solo, circa 73 miliardi di sterline l’anno.

L’invito e la proposta che gli universitari hanno rivolto alla May è quello di abbandonare la sua idea di far compilare una richiesta a ogni cittadino europeo per poter continuare a vivere in Gran Bretagna e, invece, attivare un sistema di “diritto automatico” per le migliaia di persone, soprattutto europee, che risiedono in modo permanente nel paese.

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