Si può essere ricchi, ricchissimi, più di un intero piccolo stato, come accade ormai alla fortuna personale dei grandi big padroni degli over the top digitali, ma certo avere un patrimonio superiore a quanto prodotto da tutti i paesi è un unicum. Eppure questo limite, che si era superato ai tempi del boom della finanza derivata, è prossimo dall’essere superato. La ricchezza mondiale degli High Net Worth Individual (HNWI), ovvero coloro che possiedono investimenti superiori a un milione di dollari (esclusa la prima casa), insomma quelli che un tempo si dicevano Paperoni, ha superato nel 2017 per la prima volta la soglia dei 70 mila miliardi di dollari, con un aumento del 10,6% sul 2016 (era di 42,7 mila miliardi nel 2010), sesto anno consecutivo di boom. Esattamente, dollaro più dollaro meno, quanto vale l’intero Pil mondiale. O forse di più a seconda di quali parametri si usino. Come se il plusvalore, per citare Karl Marx, ritornato prepotentemente di moda nel bicentenario della nascita, contabilizzasse quanto la stessa produzione, andando molto oltre la teoria dello sfruttamento della classe operaia e del profitto incamerato dai padroni del vapore. Così facendo si annullano secoli di studi economici, di teorie, in fondo anche di storia. 

Non c’è da stupirsi allora se le disuguaglianze continuano ad aumentare.Il numero dei ricconi planetari è arrivato a 18,1 milioni (+9,5% sul 2016), quasi il doppio rispetto ai 10,9 milioni di fine 2010 e riesce a produrre ricchezza più del resto dei sette miliardi di terrestri.Nella classifica World Wealth Report 2018 di Capgemini, che già a suo tempo aveva evidenziato come il percorso della ricchezza fosse ormai completamente avulso dalle vicende dell’economia (ad esempio, negli anni della crisi dei bond sovrani proprio Grecia e Italia avevano fatto registrare il maggior aumento dei nuovi ricchi), risulta che il 2017 si classifica al secondo posto tra gli anni con il più ampio tasso di aumento di ultra ricchi dal 2011, anno funesto per tutti. Gli esperti considerano a questo punto raggiungibile, nel 2025, anche il target  di 100 mila miliardi di asset in mano agli HNWI’.

Quanto all’Italia, a fronte di un aumento delle nuove povertà, con circa sei milioni di famiglie sotto questa soglia pericolosa, oltre a crescere Pil (+1,6%), valori immobiliari (+2,7%) e capitalizzazione di borsa (+23%), tra il 2016 e il 2017 è aumentato anche il numero dei ricchi, di circa il 9%, da 251.500 a 274 mila. Un dato che conferma il nostro paese stabile alla decima posizione della top ten degli stati per numero di persone facoltose, preceduta da Usa, Giappone, Germania, Cina, Francia, Regno Unito, Svizzera, Canada e Australia. 

Ma che dovrebbe far riflettere il governo Conte prima di mettere mano alla Flat Tax, che riduce le tasse ai più abbienti, senza misure che sostengano anche le fasce più deboli