Big data, big problem. Mentre nel mondo si comincia a pensare di rivedere la normativa antitrust americana per ridurre l’enorme potere degli over the top digitali, da Facebook ad Amazon passando per Amazon ed Apple, le autorità di controllo continuano ad indagare. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e il Garante per la Protezione dei Dati Personali hanno pubblicato infatti le “Linee guida e raccomandazioni di policy” per i Big Data, i dati personali che ciascuno di noi lascia in rete e che costituiscono di fatto il nuovo petrolio del web.

Il documento è il frutto dell’indagine conoscitiva avviata congiuntamente dalle tre Autorità con l’obiettivo di comprendere le implicazioni – per la privacy, la regolazione, la tutela della concorrenza e del consumatore – dello sviluppo di un’economia digitale fondata sulla raccolta e analisi di una mole sempre più ingente di dati.

Nel corso dell’indagine sono state svolte, da parte delle tre Autorità, circa quaranta audizioni, nell’ambito delle quali sono stati interpellati i principali operatori dell’economia dei dati, delle telecomunicazioni, dei settori finanziari e dell’editoria, nonché esperti e accademici. Sono state inviate richieste di informazioni ai grandi operatori digitali e sono pervenuti numerosi contributi.

 

In data 30 maggio 2017, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e il Garante per la protezione dei dati personali L’Indagine Conoscitiva serve per meglio comprendere le implicazioni per la privacy, la regolazione, la tutela del consumatore e l’antitrust, dello sviluppo dell’economia digitale e, in particolare, del fenomeno appunto dei Big Data. La disponibilità dei dati è infatti sempre più rilevante per l’ottimizzazione di processi e decisioni, per l’innovazione e per l’efficiente funzionamento dei mercati e i Big Data rappresentano un fenomeno che non è limitato a specifici settori ma investe l’economia nel suo complesso. Inoltre, lo sviluppo dell’economia data driven ha implicazioni non solo sul funzionamento dei mercati e sul benessere dei consumatori, ma anche sotto il profilo sociale e democratico. Le nuove forme in cui si manifesta il potere di mercato meritano, dunque, un’attenta valutazione per le implicazioni economiche e sociali che possono avere. La decisione di privilegiare un approfondimento interdisciplinare e di svolgere un’Indagine Conoscitiva congiunta origina dalla piena consapevolezza che le caratteristiche dell’economia digitale sono molto spesso tali per cui gli obiettivi propri delle tre Autorità tendono quasi inevitabilmente ad intrecciarsi e non sempre sono agevolmente distinguibili. Laddove i rapporti non univoci tra concorrenza, privacy e pluralismo richiedono un coordinamento particolarmente stretto, il confronto costante tra le diverse autorità di garanzia si rende necessario anche al fine di riconoscere e riconciliare possibili trade-off tra strumenti e obiettivi delle diverse autorità. Il contributo che ciascuna Autorità, nel rispetto delle proprie competenze, può offrire alle altre due risulta estremamente prezioso, sia per una migliore comprensione dei fenomeni in atto, sia per la scelta della strumentazione più appropriata per fronteggiare alcune specifiche criticità al confine tra le diverse competenze, sia, infine, per integrare gli interventi dell’autorità competente e meglio “posizionata”. Nel corso dell’Indagine sono state svolte circa quaranta audizioni, da parte delle diverse Autorità, nel cui ambito sono stati interpellati i principali operatori dell’economia dei dati, delle telecomunicazioni, dei settori finanziari e dell’editoria, nonché esperti e accademici; sono state inviate richieste di informazioni ai grandi operatori digitali e sono pervenuti numerosi contributi. Inoltre, le diverse Autorità hanno potuto beneficiare delle informazioni acquisite nel corso di procedimenti collegati allo sfruttamento economico dei dati e al ruolo della profilazione algoritmica nei mercati della pubblicità on line e nell’attività delle piattaforme di video sharing, motori di ricerca e marketplace. Nel giugno dello scorso anno sono stati pubblicati alcuni risultati intermedi: un Big Data Interim report adottato dall’AGCom e un rapporto che illustra i risultati di un’indagine campionaria, condotta 2 dall’AGCM, volta a indagare la propensione degli utenti di servizi on-line a consentire l’utilizzo dei propri dati a fronte dell’erogazione dei servizi. Il documento finale, che raccoglierà i rapporti finali delle diverse Autorità, sarà disponibile a breve. Di seguito si anticipano le principali linee guida di cooperazione sul tema, nonché le raccomandazioni di policy condivise dalle tre autorità.  

  1. Governo e Parlamento si interroghino sulla necessità di promuovere un appropriato quadro normativo che affronti la questione della piena ed effettiva trasparenza nell’uso delle informazioni personali (nei confronti dei singoli e della collettività). 
  2. Rafforzare la cooperazione internazionale sul disegno di policy per il governo dei Big Data. 
  3. Promuovere una policy unica e trasparente circa l’estrazione, l’accessibilità e l’utilizzo dei dati pubblici al fine della determinazione di politiche pubbliche a vantaggio di imprese e cittadini. Sarà necessario un coordinamento tra tale policy e le strategie europee già esistenti per la costituzione di un mercato unico digitale. 
  4. Ridurre le asimmetrie informative tra utenti e operatori digitali, nella fase di raccolta dei dati, nonché tra le grandi piattaforme digitali e gli altri operatori che di tali piattaforme si avvalgono. 
  5. Prima delle operazioni di trattamento dei dati, identificare la loro natura e proprietà e valutare la possibilità d’identificazione della persona a partire da dati ‘anonimizzati’. 
  6. Introdurre nuovi strumenti per la promozione del pluralismo on-line, la trasparenza nella selezione dei contenuti nonché la consapevolezza degli utenti circa i contenuti e le informazioni ricevute on-line. 
  7. Perseguire l’obiettivo di tutela del benessere del consumatore con l’ausilio degli strumenti propri del diritto antitrust estendendoli anche alla valutazione di obiettivi relativi alla qualità dei servizi, all’innovazione e all’equità. 
  8. Riformare il controllo delle operazioni di concentrazioni al fine di aumentare l’efficacia dell’intervento delle autorità di concorrenza. 
  9. Agevolare la portabilità e la mobilità di dati tra diverse piattaforme, tramite l’adozione di standard aperti e interoperabili 
  10. Rafforzare i poteri di acquisizione delle informazioni da parte di AGCM ed AGCom al di fuori dei procedimenti istruttori e aumento del massimo edittale per le sanzioni al fine di garantire un efficace effetto deterrente delle norme a tutela del consumatore. 
  11. Istituzione di un “coordinamento permanente” tra le tre Autorità.