Mai più banche cattive. Banca d’Italia scende in campo e spiega perché è stato possibile salvare le due banche venete evitando un effetto contagio pericolosissimo. E lo fa con un documento puntuale, in cui Via Nazionale spiega punto per punto come si è arrivati all’aiuto di stato da 17 miliardi di euro complessivi per Veneto Banca e Popolare Vicenza, con l’avallo delle istituzioni europee. Così, mentre in Parlamento ci si prepara a votare la fiducia al decreto del governo sul salvataggio, Bankitalia mette nero su bianco la storia di un doppio fallimento evitato.

Ecco il passaggio saliente del documento della banca centrale, impostato come un Q&A sintetico, che ricorda come è stato evitato il bail in.

Perché è stato possibile erogare un aiuto di Stato?

In base al Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, la Commissione Europea può ritenere compatibile con il mercato interno gli aiuti di Stato destinati “a porre rimedio a un grave turbamento dell’economia di uno Stato membro”. E’ una valutazione discrezionale, non necessariamente coincidente con quella, altrettanto discrezionale, relativa alla sussistenza del requisito dell’interesse pubblico rilevante ai fini della risoluzione, rimessa al Comitato di Risoluzione Unico. La Commissione Europea ha previsto che gli Stati membri possano effettuare interventi pubblici nell’ambito delle procedure nazionali di liquidazione se ciò è necessario ad assicurarne l’ordinato svolgimento e per contenere la distruzione di valore ad esse connesse (Banking Communication del 2013). Dal punto di vista della tutela della parità concorrenziale, il sostegno pubblico a un soggetto in liquidazione, che dunque esce dal mercato, pone problemi minori rispetto al caso di un soggetto che rimane in attività e che quindi avrebbe un vantaggio rispetto ai propri concorrenti. La Commissione richiede tuttavia in questo caso che ricorrano, tra l’altro, le seguenti condizioni: azionisti e creditori subordinati devono partecipare alla condivisione degli oneri (burden sharing); inoltre, se nella liquidazione è prevista la cessione in blocco di attività e passività della banca in crisi, l’acquirente deve essere selezionato mediante una procedura aperta, concorrenziale e non discriminatoria, in modo da individuare l’offerta più conveniente e minimizzare così l’impatto sulle finanze pubbliche.

Poiché entrambe queste condizioni sono state rispettate nel caso della liquidazione delle banche venete, la Commissione Europea ha ritenuto che sussistessero gli estremi per autorizzare l’intervento pubblico.

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