La Repubblica delle donne in Europa è ancora giovane e fragile. Nonostante il principio fondante dei Trattati europei dell’uguaglianza dei sessi, in molti paesi dell’Unione la forza delle donne è ancora lontana dall’essere pari a quella dell’uomo.
La Repubblica delle donne si fonda sul lavoro, o almeno dovrebbe. La partecipazione delle donne al mondo del lavoro retribuito e la piena espressione del potenziale professionale femminile sono ancora lontani dagli standard maschili. Le statistiche parlano chiaro: nell’Unione Europea il tasso medio di occupazione delle donne è del 57% rispetto a 70% degli uomini. Le donne inoltre spesso scelgono il part-time: oltre il 75% dei lavoratori a tempo parziale sono donne. Una scelta non sempre voluta ma spesso dettata dall’assenza di infrastrutture e strumenti che aiutino le donne a conciliare gli impegni lavorativi con quelli familiari. E certamente non aiuta il fatto che a parità di lavoro svolto le donne siano pagate il 16% in meno dei loro colleghi maschi. Questo nonostante le donne siano in media meglio preparate degli uomini: su dieci laureti 6 sono donne. Ma anche l’eccellenza professionale non garantisce l’accesso a maggiori livelli di responsabilità: la percentuale di donne ai vertici di aziende non supera sul territorio dell’Unione il 17% ed in alcuni paesi non arriva nemmeno al 4%. Si può fare meglio.
Per cambiare questa situazione abbiamo bisogno di cambiare la tradizionale impostazione della nostra società. Non sarà un processo né semplice né veloce. Ma inevitabile. Il cambiamento passa attraverso l’educazione che noi donne possiamo dare ai nostri figli, mariti, colleghi e altri in modo che l’eguaglianza dei sessi investa tutte le sfere della vita, personale e professionale. Con pazienza e costanza, senza lotte ideologiche, le donne devono rivendicare il proprio posto nella società moderna, combattendo i pregiudizi. Senza perdere però la nostra femminilità.
La Repubblica delle donne ha un grande alleato: le istituzioni europee.
Nel promuovere la parità dei sessi l’Unione europea mette in campo tutti i suoi strumenti: partendo da quelli giuridici come regolamenti e direttive, per imporre l’effettiva partita dei sessi in numerosi settori, passando per quelli più soft come azioni di informazione e di promozione, fino ad arrivare agli strumenti finanziari, i fondi, sia diretti che indiretti, che vengono messi a disposizione per ribilanciare il rapporto numerico donne-uomini nel mondo del lavoro.
Tra le azioni rivolte specificamente alle donne ci sono quelle che mirano a promuovere le donne imprenditrici attraverso iniziative di informazione, di networking, di formazione e di finanziamento. Nella categoria del networking rientra la Rete europea delle donne imprenditrici, promossa dalla Commissione europea, che riunisce rappresentanti di governi e istituzioni di 31 paesi (28 membri dell’Unione europea più Islanda, Norvegia e Turchia). Il loro impegno è quello di promuovere e sostenere l’imprenditorialità femminile a livello nazionale, informando in particolare le donne che vogliono diventare imprenditrici di tutte le opportunità esistenti per loro nel loro paese. In Italia questo ruolo viene svolto dalla Direzione Generale Incentivazione delle Attività Imprenditoriali del Dipartimento Sviluppo e Coesione Economica, all’interno del Ministero dello Sviluppo Economico.
Un altro modo per aiutare le donne è quello di dedicare loro finanziamenti che possano aiutarle ad entrare nel mondo di lavoro o avviare la loro attività. Ci sono in principio due tipi di finanziamenti europei in questo campo: quelli indiretti e quelli diretti.
Per quanto riguarda i fondi indiretti (strutturali e di investimento), con la nuova programmazione finanziaria europea 2014-2020 gli Stati membri che gestiscono questi fondi hanno definito di comune accordo con la Commissione europea le priorità di intervento dei fondi attraverso i cosiddetti accordi di partenariato. Molti Stati membri, inclusa l’Italia, hanno inserito tra le priorità l’inserimento nel mondo del lavoro delle donne e dei giovani. In particolare il Fondo Sociale Europeo sostiene la formazione, l’inserimento e la creazione di start-up femminili attraverso numerosi bandi, sopratutto a livello regionale. Questo stesso fondo mira a migliorare i servizi all’infanzia e alle persone anziane permettendo alle donne, che oggi si prendono in maniera prevalente carico dei figli e dei genitori, a dedicarsi pienamente al lavoro e all’impresa.
Tra i fondi diretti si possono segnalare quelli destinati a sostegno delle piccole e medie imprese. La novità della programmazione 2014-2010 è il COSME, un programma di sostegno dedicato alle piccole e medie imprese all’interno del quale sono previste delle azioni specifiche per la promozione delle donne imprenditrici. Tra altri programmi c’è poi l’Europa Creativa per le donne creative e l’Orizzonte 2020 per le donne impegnate nella ricerca e innovazione (anche quella sociale).
Il modo più semplice per trovare le possibilità di finanziamento per le proprie idee (femminili ma non solo) è quello di passare attraverso il portale dei finanziamenti sul sito europeo “La tua Europa”: http://europa.eu/youreurope/business/funding-grants/access-to-finance/search/it/financial-intermediaries.
Questi sono solo alcuni esempi di cosa fa concretamente l’Europa per la Repubblica delle donne. Ma il successo di queste iniziative come anche il successo della Repubblica delle donne dipende da noi stesse.

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