Nell’attuale panorama politico internazionale i destini dell’Europa si intrecciano necessariamente con le sfide del mondo globalizzato: migrazioni, cambiamento climatico, aumento delle disuguaglianze. Appare, pertanto, evidente come una risposta organica dell’Unione Europea sia ormai essenziale, al fine di sottrarre all’irrilevanza e alla marginalità i singoli stati nazione. Questo obiettivo costituisce, d’altronde, una delle principali finalità del progetto europeo, avviato dopo la Seconda Guerra Mondiale e perseguito dai padri del sogno europeista, intenzionati a rendere propositivi e non meramente autocelebrativi quegli ideali e quei valori, che animano lo spirito di Ventotene. Risulta, però, altrettanto palese come tale disegno necessiti di una solida piattaforma istituzionale, in grado di convogliare e di superare le istanze dei singoli aderenti all’Unione, consentendo la definizione di una politica estera condivisa e, in senso lato, di un’Europa politica.

Tuttavia, questa nuova Europa politica ha bisogno di realtà che la guidino e che la sostanzino. Ma, dunque, chi può rispondere a questo ormai insopprimibile imperativo? Chi può tradurre il pensiero in azione? Si apre un’unica prospettiva: occorre una classe dirigente all’altezza del compito. Occorrono luoghi di formazione e di dialogo, palestra delle future classi dirigenti. Occorre un nuovo patto tra rappresentanti e rappresentati, all’insegna di una reciproca fiducia, che permetta di affrontare la complessità del nostro tempo, le incognite del globale, le paure derivanti dall’assenza di chiare coordinate geo-politiche, economiche, sociali.

A questa urgenza risponde il Ventotene Europa Festival, in occasione del quale si confronteranno autorevoli opinion leader e un centinaio di ragazzi alla ricerca di una roadmap, che consenta di interfacciarsi con le sfide di maggiore attualità. L’obiettivo? Formulare proposte chiare e concrete, nel segno di un unico, grande ideale, antico, eppure sempre rivoluzionario: gli Stati Uniti d’Europa.