In un mondo molto confuso solo il Papa si accorge dei giovani e dell’occlusione che esiste nel mondo del lavoro. Ancora una volta Papa Francesco sferza il mondo della politica e del sindacato, svolgendo un ruolo di supplenza, che dovrebbe essere di altri, e lo fa tirando fuori una questione fondamentale: se si lavora troppo – e noi de lanuovaeuropa.it aggiungiamo se si lavora anche da pensionati – si impedisce a milioni di forze giovanili di trovare un’occupazione. Il problema è particolarmente sentito in Italia, dove l’innalzamento a 67 anni dell’età pensionabile e la disoccupazione giovanile al 40% al Sud sono facce della stessa medaglia.
“E’ una società stolta e miope quella che costringe gli anziani a lavorare troppo a lungo e obbliga un’intera generazione di giovani a non lavorare quando dovrebbero farlo per loro e per tutti”, ha detto Bergoglio nell’incontro con i sindacalisti della Cisl in occasione del congresso nazionale del sindacato fondato da Giulio Pastore.
“Non sempre e non a tutti – ha aggiunto Papa Francesco – è riconosciuto il diritto a una giusta pensione, ne’ troppo povera ne’ troppo ricca: le ‘pensioni d’oro’ sono un’offesa al lavoro non meno grave delle pensioni troppo povere, perchè fanno sì che le diseguaglianze del tempo del lavoro diventino perenni”. Servono leggi diverse anche per chi “si ammala e viene scartato dal mondo del lavoro in nome dell’efficienza”.
Francesco ha criticato il sindacato che dovrebbe farsi carico di queste istanze ma non lo fa perché ha finito per assomigliare ‘’troppo alla politica’’.

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