Non arrivano più perché muoiono prima. Lo dicono purtroppo le ultime statistiche dell’Unchr sui migranti. Come riportato da Eunews.

Nonostante la forte riduzione degli arrivi sulle coste europee, si impenna il numero dei migranti che muoiono attraversando il Mediterraneo a causa della diminuzione delle operazioni di ricerca e salvataggio (R&S) da parte delle Ong, hanno comunicato appunto le Nazioni Unite.

Il numero dei morti tra coloro che lasciano le coste africane – rende noto l’Unhcr, l’agenzia per i migranti dell’Onu – è cresciuto esponenzialmente, passando da 1 su 38 nella prima metà del 2017 a 1 su sette a giugno 2018.

La riduzione delle azioni di salvataggio fa seguito a una serie di strette che alcuni Paesi europei hanno attuato sul permesso di sbarco per le navi che trasportano i migranti e a un irrigidimento delle politiche migratorie a livello Ue.

“L’Unhcr – rende noto l’agenzia Onu – è particolarmente preoccupata per l’impatto” più limitato “della capacità di ricerca e di salvataggio”, dovuto al fatto che le barche delle Ong “sono scoraggiate dal rispondere alle richieste di soccorso, per paura di vedersi negato il permesso di sbarcare le persone” a seguito di “limitazioni ai loro movimenti” e alla “minaccia di potenziali azioni legali”.

Tale fenomeno, spiega l’agenzia Onu, lascia il campo sgombro soprattutto a “trafficanti senza scrupoli” che hanno “poca considerazione per la vita umana” e “organizzano traversate del mare utilizzando “navi fragili e insicure”.

Le dichiarazioni arrivano all’indomani dell’annuncio da parte di Sos Mediterranee – la Ong proprietaria della nave Aquarius che si è vista chiudere i porti da Italia e Malta e la cui vicenda ha dato nuovo lustro alle discussioni europee in tema di migranti – che le operazioni sono sospese “a causa dei recenti sviluppi politici che impediscono alle navi delle Ong di salvare vite in mare”.

Durante il Consiglio europeo di giugno, i leader Ue avevano stabilito, in seguito a lunghi e intensi dibattiti, “che tutte le navi che attraversano il Mediterraneo, quindi anche le Ong, devono rispettare le leggi e non devono interferire con le operazioni della Guardia costiera libica”, esponendo, per la prima volta apertamente, le organizzazioni umanitarie a ritorsioni legali in caso di mancato rispetto delle regole.