Il “diritto all’oblio” sarà argomento di discussione da parte della Corte Superiore dell’UE, in seguito al rifiuto, da parte di Google, di quattro richieste avanzate da privati cittadini. Già nel maggio del 2014, la Corte di Giustizia europea aveva sancito il diritto della singola persona, a richiedere la rimozione dai motori di ricerca di informazioni irrilevanti o inadeguate, associate al proprio nome. Da allora, Google ha ricevuto più di 720.000 richieste di rimozione e ne ha accettato circa il 43%.