Gli italiani sono formiche ma vengono trattati come delle inguaribili cicale. L’inizio della campagna elettorale del paese col terzo debito ma non la terza economia del mondo gli ha già regalato una serie di perle da sperperare in attesa del ritorno alla realtà. Pensioni minime più alte e più vicine, flat tax, reddito di cittadinanza o di dignità che dir si voglia, abolizione del canone Rai (a breve magari arriverà anche quella del bollo auto). Non che sia un peccato provare a migliorare il benessere di 60 milioni di persone ma non basterebbe Freud per capire questa rimozione collettiva del problema dei problemi: l’enorme debito pubblico. È l’unica vera promessa sottintesa dagli appena abbozzati programmi (salvo forse +Europa) di tutti i partiti, dal centrodestra al centrosinistra, passando per il Movimento Cinque Stelle: così facendo, il Moloch aumenterà. Eppure sono in tanti, oltre al sottoscritto, ad aver suonato da tempo l’allarme. Scrive Adriana Cerretelli su Il Sole 24 Ore in modo illuminante. “Per ora tra Parigi e Berlino non c’è nulla di concreto se non una risoluzione comune dei due parlamenti che, in vista del 55esimo anniversario del Trattato dell’Eliseo, sarà approvata il 22 gennaio. Vi si auspica la rapida integrazione tra i due Paesi partendo da economia, politica verso le imprese, statuto dei diritti sociali, trasposizione comune delle norme Ue”. Se nascerà davvero un Direttorio così forte, ammonisce Cerretelli, ci sarà un prezzo da pagare. Oggi il debito tedesco sfiora i 24mila euro pro capite contro i 37mila del nostro. Rispetto al Pil, il primo viaggia ormai verso il 60%, il nostro si attesta sul 132%. “Ma se in Germania ora cala di 78 euro al secondo, quando nel 2009 saliva di 4.400 al secondo, in Italia non cessa di salire. Passa anche e soprattutto di qui la nostra rimonta tra i protagonisti europei”, chiosa la collega del quotidiano di Confindustria. E se Ferruccio de Bortoli, da tempo sul Corriere della Sera segnala questa grande rimozione del problema debito, non ultimo agganciandosi al richiamo alla realtà del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, analoga è la posizione di Carlo Cottarelli. L’ex commissario alla Spending Review su La Stampa si è chiesto se il prossimo governo utilizzerà risorse concrete nella prossima legislatura per ridurre ogni anno l’indebitamento e mantenere l’avanzo primario, tagliare la spesa in percentuale del Pil e cominciare a ridurre il debito, sempre in rapporto alla ricchezza nazionale. “Ricevere una risposta a queste domande – sostiene il Direttore dell’Osservatorio CPI – ci consentirebbe anche di capire meglio le implicazioni per il percorso di risanamento dei conti pubblici delle nuove iniziative di spesa o di tassazione: se certe risorse che potrebbero essere usate per ridurre il debito pubblico, saranno invece utilizzate per nuove iniziative, la riduzione del debito sarà meno marcata, o sarà di nuovo posticipata”. Cottarelli ha poi tracciato un’immagine perfetta per descrivere l’immensità del problema. “Il debito pubblico italiano è di 2260 miliardi di euro. Se mettessimo una sopra l’altra 2260 miliardi di monete da 1 euro, potremmo costruire 13 torri tra la Terra e la Luna. La quattordicesima è in fase di completamento”. Ecco, se mettessimo invece un euro sull’altro il risparmio totale delle formiche italiane, 4.000 miliardi di euro, avremmo una torre per arrivare su Marte. E restarci. Ma i veri marziani sono quelli che fanno finta di vivere in un mondo di cicale senza debiti.