di Martina Ciai

Si apre il 9 maggio la Conferenza sul Futuro dell’Europa, un progetto che durerà un anno intero e si svilupperà tramite una piattaforma online istituita e pensata dall’Unione Europea per coinvolgere il cittadino, protagonista e destinatario del progetto.

La piattaforma, già attiva sul sito futureu.europa.eu, rappresenta l’anima della Conferenza e, sfruttando le conoscenze informatiche più all’avanguardia, si presenta come un sito internazionale, interattivo e multilingue. Il sito web, sfruttando l’intelligenza digitale, sarà una vera e propria piazza digitale aperta, una sede di continuo dibattito tra istituzione e cittadini, e ha come obiettivo principale quello di aprire lo scrigno delle politiche europee e di svelare l’anima delle istituzioni.

Sulla piattaforma si può partecipare ad eventi o anche organizzarli, si possono esprimere le proprie idee tramite dibattiti interattivi e ci si può informare su quello che l’Europa ha compiuto in diverse aree nel corso degli anni.

Sono disponibili alla consultazione 10 macroaree, all’interno di ogni area ci sono delle sezioni che spiegano la tematica a grandi linee ed evidenziano i vari temi che si sviluppano a partire dall’argomento principale, come ad esempio Salute, Ambiente, Diritti, Democrazia, Migrazione. C’è una spiegazione di quel che l’Europa compie in ciascun campo selezionato, una sezione di eventi ai quali si può partecipare o seguire da remoto e, in ultimo, la possibilità di condividere idee, sullo stile dei social network come Facebook o Twitter.

La piattaforma si pone come obiettivo quello di aiutare l’Europa a sviluppare la sua resilienza specialmente nel corso della grande crisi sanitaria da Covid-19, che ha evidenziato da un lato la solidarietà tra paesi europei ma, dall’altro, la profonda frattura interna e una falla nel sistema organizzativo dell’Unione. Allo stesso tempo la Conferenza sul Futuro dell’Europa, in quanto spazio di condivisione e dibattito pubblico aiuterà il cittadino a far sentire la sua voce e a rendersi partecipe della costruzione dell’Europa del futuro. Non a caso lo slogan utilizzato dalla Commissione per promuovere la Conferenza è “il futuro è nelle tue mani”.

Ed è proprio qui che ci si chiede perché nessun telegiornale e pochissime testate nazionali hanno accennato a questo evento rendendolo di dominio pubblico, né i cittadini, se non per consultazione di siti istituzionali, sono venuti a conoscenza dell’apertura della Conferenza. Il diritto alla partecipazione è uno status al quale tutti noi dobbiamo aspirare, ma non solo. L’Europa deve evolversi e compiere un upgrade di sistema, trascinando con sé i paesi membri, e la sua evoluzione dovrà fondarsi sulla trasparenza, l’apertura ma soprattutto sulla divulgazione e sulla libera fruizione di informazioni per tutti i cittadini europei.

Solo il tempo svelerà l’utilità della Conferenza e forse nel prossimo futuro la piattaforma online potrà diventare lo strumento tramite il quale il cittadino europeo compie l’ultimo passo verso la piena consapevolezza dell’appartenenza all’Unione e l’Europa, dal canto suo, capirà la vitalità dell’opinione pubblica e si impegnerà più spesso in queste forme e iniziative di apertura.

Per un dibattito funzionale, integrato ed aperto questo è un passo molto importante per i cittadini ma altrettanto importante è arrivare nella quotidianità del singolo individuo per avvicinarlo alle istituzioni, colmare la distanza, includerlo nel processo decisionale, costruire la sua piena consapevolezza. È quell’esercizio di cittadinanza e conoscenza consapevole dei giovani che l’associazione La Nuova Europa fa con la Scuola d’Europa e il Ventotene Europa Festival, giunto alla sua quinta edizione con un programma di dibattiti in diretta sui nostri canali Facebook e YouTube, scaricabile qui

Se si affermerà fiducia reciproca, scambio e collaborazione tra istituzioni e cittadini sarà possibile arrivare ad una soluzione comune di cui tutti beneficeremo allo stesso modo.  Se così non sarà l’Europa diventerà un comodo recipiente per viaggiare e una Unione di economie e mai una unione di spiriti come fu pensata.