A seguito degli impegni presi durante la Conferenza sul futuro dell’Europa, la Commissione europea ha lanciato ufficialmente una nuova piattaforma digitale dedicata alla partecipazione attiva.
Questa iniziativa risponde alla proposta numero 36 emersa nel corso della Conferenza, tenutasi dall’aprile 2021 al maggio 2022, in cui i cittadini europei avevano espresso il desiderio di disporre di uno spazio online per esprimere le proprie idee, confrontarsi e discutere del futuro delle politiche dell’Unione.
La piattaforma, denominata Piattaforma Partecipativa dei Cittadini, è online ed è stata progettata come un forum inclusivo ed interattivo in cui tutti possono contribuire commentando le proposte avanzate dagli altri utenti. Ogni sezione tematica risponde infatti a specifiche istanze, nate dal basso.
Il primo argomento proposto che sta raccogliendo un ampio numero di consensi è la lotta contro l’odio nella società online e offline. Il dibattito si arricchisce così di esperienze condivise e di numerose proposte per individuare strategie d’intervento che possano integrare le misure già in vigore a livello comunitario.
Infatti, nonostante ci siano una Normativa sui servizi digitali, il Codice di condotta per contrastare l’illecito incitamento all’odio online, il Piano d’azione contro il razzismo, la Strategia per la lotta all’antisemitismo e il sostegno alla vita ebraica e il Quadro strategico per l’uguaglianza, l’inclusione e la partecipazione dei rom, i dati rivelano un quadro critico:
● il livello di tossicità in termini di odio è aumentato del 30% tra gennaio e settembre 2023 negli 8 milioni di messaggi online analizzati nell’UE;
● il 55% dei partecipanti a un’indagine dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali ha subito più di tre volte discriminazioni razziali nell’UE tra il 2022 e il 2023;
● una donna su tre ha subito almeno una volta violenze fisiche o sessuali.
(Fonte: Commissione europea)
All’attenzione della popolazione però ci sono anche molti altri temi, soprattutto didattici. Emergono con forza la necessità di incoraggiare un dialogo sui temi della diversità nelle scuole, l’istituzione di uno sportello psicologico in ogni scuola nonché il desiderio di una riforma su base europea dei programmi educativi. Ci sono poi appelli per una maggiore attenzione alle politiche abitative, misure di sensibilizzazione più concrete contro la violenza sulle donne, così come per la tutela dei diritti delle persone LGBTQ+. Un quadro generale che, in breve sintesi, manifesta l’esigenza di protezione tanto quanto di emancipazione delle categorie fragili e marginalizzate. Un’Europa sociale che rivendica sempre più posto nell’agenda politica.
Innegabile quindi che, grazie a questo nuovo strumento, l’UE compia un passo significativo verso una maggiore integrazione tra cittadini e istituzioni, stabilendo una connessione ancor più diretta tra la società civile e il processo decisionale di cui le istituzioni sono portavoce.
Il successo dell’iniziativa dipenderà in buona parte dalla capacità di coinvolgere un pubblico ampio e soprattutto diversificato, garantendo che le voci di tutte le fasce della popolazione siano parimenti ascoltate. Solo così sarà possibile dare forma a un’Unione che non sia soltanto un progetto economico-politico, ma una comunità in cui ognuno si senta parte attiva e valorizzata nella costruzione di un domani più inclusivo ed equo, in linea con i valori fondanti dell’Europa.