Il testo che segue è l’Editoriale dell’ultimo numero  in versione cartacea de La Nuova Europa

 

Un proverbio russo ammonisce in modo opportuno: un fucile appeso al muro prima o poi sparerà. Non è la prima volta che altri paesi impongono all’Italia un limite alle proprie autonome scelte nel settore della difesa e a quanti fucili vuole appendere al suo muro. Indro Montanelli e Mario Cervi hanno raccontato come la conferenza dei ventuno di Parigi del 1946 ci impose dopo la disfatta nella seconda guerra mondiale queste clausole militari: un Esercito composto da 250mila soldati, compresi 65mila carabinieri, con non più di 200 carri armati; una Marina composta da 2 corazzate, 4 incrociatori, 4 caccia, 16 torpediniere, 20 corvette; l’Aviazione limitata a 200 caccia e ricognitori, 150 aerei da trasporto, nessun bombardiere, al massimo 25mila uomini. Forze Armate pronte ad una nuova sconfitta, insomma. Ma limitate al punto giusto che l’Italia fece dell’industria non bellica la cifra della sua rinascita mentre il suo esercito contenuto dai trattati dei vincitori si trasformava in un’arma di pace riconosciuta in tutto il mondo. Questo risultato è stato possibile grazie ad Alcide De Gasperi, coraggioso e allo stesso tempo mite presidente del Consiglio, il quale riuscì a capovolgere l’umiliazione militare, di chi disse che gli italiani erano bravi solo a scappare dal fronte, compiendo il suo capolavoro politico in un successivo viaggio americano che diede luogo al piano Marshall, decisivo per la rinascita del dopoguerra. Ottanta anni dopo, la difesa è di nuovo al centro del quadro politico in un contesto bellico diverso dalla tragedia del 1945 ma comunque impegnativo e sfidante forse allo stesso modo, a causa dell’assenza totale di leadership politiche che possano guidare ad una nuova Yalta per raggiungere la pace tra Russia e Ucraina. In questo contesto il 2035 resta cruciale per l’Europa, con una differenza: entro quell’anno gli stati membri dovranno raggiungere il 5% di pil di spesa nella difesa invece che abbandonare la produzione di automobili a motore termico.

O anche peggio, se non ci sarà un cambio di direzione, l’Unione dovrà fare entrambe le cose con il risultato che sarà più conveniente produrre un carro armato o un drone piuttosto che una macchina. Si tratta di una svolta epocale che investe in pieno il futuro delle giovani generazioni, quelle del Next Generation Eu (ve lo ricordate?) e non i prossimi governi che probabilmente saranno diversi, compreso il presidente degli Stati Uniti. Eppure in pochi si sono soffermati su questa mossa di Donald Trump, sancita poi al vertice della Nato di giugno, che ha letteralmente seppellito la politica industriale europea basata sulla transizione energetica dopo che il Parlamento di Bruxelles è stato completamente esautorato dalla Commissione nel voto sul piano di riarmo, scelta che condurrà le due istituzioni di fronte alla Corte di Giustizia. Anche sulla transizione digitale, nonostante non ci siano trattati o organismi atlantici ad imporci un bel nulla, l’Unione resta lontanissima dall’essere unita e competitiva rispetto a quanto succede nella Silicon Valley. Dopo un primo momento in cui tutti gli organi di stampa e gli organismi democratici si interrogavano con costanza sugli sviluppi dell’Intelligenza Artificiale, è calato il silenzio, mentre invece nuove sfide si prospettano all’orizzonte. La crescita dell’IA generativa sta producendo la più grande trasformazione dopo la nascita di internet dell’ecosistema digitale con il passaggio dall’età dell’aggregazione dei link all’età della conversazione. L’impatto di questo cambio di paradigma potrebbe avere effetti esistenziali sul mondo dei media in particolare, annullando progressivamente il traffico reindirizzato dai motori di ricerca verso i siti di informazione. Dalle ultime statistiche Google ancora domina il mondo della ricerca – che è il principale accesso a tutti i siti – con 13,7 miliardi di ricerche al giorno contro il miliardo di Chatgpt che è in fortissima crescita. Da Google, che controlla tra l’80 e il 90% delle ricerche su Internet, dipende una quota di traffico verso i siti che può variare dal 40/50% fino al 90%. L’implementazione dell’IA, la nuova arma di distrazione di massa che non ci viene imposta dalla Nato ma da organi plutocratici più pericolosi di Trump, sta cambiando questo processo.

Google per rispondere a Chatgpt ha introdotto IA Overview, sistema che offre una risposta completa già al 40-50% delle domande degli utenti, con una progressiva estensione ai contenuti più editoriali limitandosi a indicare come sola icona i link ai contenuti originali. Google, in sostanza, ragiona il chief digital di Class Editori, Roberto Bernabò, intervistato su questo numero de La Nuova Europa, si rende autonoma dai contenuti originali editoriali, l’acqua stessa dentro cui ha nuotato e proliferato finora. Si tratta di una bomba H sganciata sul sistema editoriale mondiale perché rischiano di sparire i giornali ma non i lettori che sapranno e conosceranno sommariamente solo quello che vuole Alphabet. La prossima evoluzione è AI Mode che sarà un vero chatbot conversazionale che oltre a dare la risposta consentirà di interagire. Google sta procedendo con una relativa cautela al rilascio del nuovo sistema perché al modello dei link è legato anche il suo business principale ma è evidente che la fortissima crescita di Chatgpt lo costringe a cambiare pelle. Nello stesso tempo i nostri paesi dovranno produrre armi e sistemi di difesa imposti dalla Nato, per evitare di trovarsi sguarniti di fronte ad una minaccia esterna, e nel caso interna, visto che quel fucile appeso al muro potrà essere usato anche contro chi ha fondato con te l’Unione Europea in assenza di un esercito e di una difesa unica. Nell’inazione dei parlamenti e nel silenzio delle coscienze che restano assistiamo ad una involuzione dei sistemi di rappresentanza e all’esaltazione del potere di delega a favore dell’uomo forte. Parafrasando Shakespeare, la materia della rete è la stessa con cui sono fatti i giornali mentre il sale della democrazia è composto dalle teste di ciascun elettore. Ma se la rete cambia materia facendosela in casa e qualcuno si offre di decidere al posto tuo quante armi appendere al muro, l’informazione e la stessa democrazia resteranno un sogno di mezz’estate e un simulacro di libertà. Simul stabunt simul cadent.