In meno di 48 ore circa 300 migranti, in maggioranza adolescenti etiopi ed eritrei, sono stati costretti a gettarsi a largo della costa dello Yemen. Un viaggio della speranza che per molti di loro si è trasformato nell’ultimo tentativo di trovare una vita migliore. I due incidenti, avvenuti rispettivamente il 9 e il 10 agosto, sono stati denunciati dall’Organizzazione internazionale per la migrazione (OIM) che sta lavorando a stretto contatto con il Comitato Internazionale della Croce Rossa per assicurare il trattamento adeguato dei resti dei defunti dei migranti.

La dinamica delle tragedie sembra esser un copione che ogni scafista segue alla vista delle autorità di controllo.

L’ultima segnalazione coinvolge 180 migranti che sono stati costretti a gettarsi, anche loro, al largo della costa dello Yemen. Finora sono stati recuperati cinque corpi mentre circa 50 sono ancora dispersi.

Meno di 24 ore prima dell’ultimo dramma, l’OIM aveva lanciato l’allarme di 120 migranti abbandonati in acqua, 29 dei quali trovati sepolti su una spiaggia di Shabwa e altri 27, tra uomini e donne, tratti in salvo e soccorsi dal personale medico dell’organizzazione, che ha fornito loro acqua, cibo e le prime cure assistenziali. A questi si aggiungono atri 42 migranti aiutati e trasferiti in alcuni centri gestiti dai funzionari delle Nazioni Unite per essere assistiti. All’appello, da quanto si apprende dai testimoni, mancherebbero ancora 25 migranti. A rendere la situazione ancora più drammatica è l’età dei passeggeri, che non supererebbe i 16 anni.

Dal racconto dei sopravvissuti, reso noto da Laurent de Boeck, capo della missione dello IOM Yemen, è emerso che lo scafista che li ha costretti a gettarsi in mare “è già tornato in Somalia per continuare la sua attività e per raccogliere più migranti per portare in Yemen sulla stessa rotta”.

Dal gennaio 2017 ad oggi, l’IOM stima che circa 55.000 migranti abbiano lasciato il Corno d’Africa per giungere in Yemen, soprattutto allo scopo di cercare migliori opportunità nei paesi del Golfo. Più di 30.000 di questi migranti sono minorenni e giungono dalla Somalia e dall’Etiopia, mentre un terzo sono donne. Tanta gente che scappa dalla guerra e diventa merce per i molti scafisti attivi nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden, che offrono false promesse ai migranti vulnerabili.

Photo: UN Migration Agency (IOM) 2017.  IOM staff tend to the remains of a deceased migrant on a beach in Yemen.

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