Il livello record di ricollocazioni registrato a giugno (oltre 2 000 persone rilocalizzate dalla Grecia e quasi 1 000 dall’Italia) e il fatto che la quasi totalità degli Stati membri abbia assunto impegni e proceda a regolari ricollocazioni fanno sperare che entro settembre sarà possibile ricollocare tutte le persone ammissibili. Tuttavia, sono necessari maggiori sforzi per accelerare i trasferimenti dall’Italia, soprattutto alla luce dell’attuale situazione nel Mediterraneo centrale. Nel frattempo si continuano a registrare buoni progressi in materia di reinsediamento e la Commissione ha lanciato un nuovo sistema di impegni per il reinsediamento delle persone più vulnerabili da Libia, Egitto, Niger, Etiopia e Sudan, in parallelo ai reinsediamenti dalla Turchia.

Dimitris Avramopoulos, Commissario UE responsabile per la Migrazione, ha dichiarato: “I risultati conseguiti finora dimostrano chiaramente che, se esiste la volontà politica, il sistema di ricollocazione funziona. Ora c’è bisogno di un ultimo sforzo per realizzare il nostro comune obiettivo di ricollocare entro settembre la maggior parte di tutti i richiedenti asilo ammissibili presenti sul territorio greco e italiano. L’Italia in particolare è soggetta a enormi pressioni, per cui esorto tutti gli Stati membri a intensificare gli sforzi di ricollocazione da questo paese. L’UE non lascerà soli i paesi con una frontiera esterna e la Commissione continuerà ad assicurare il rispetto degli obblighi giuridici assunti in materia di ricollocazione da parte di tutti gli Stati membri.”

Il ritmo delle ricollocazioni ha continuato a crescere negli ultimi mesi: dal novembre 2016 vi sono stati oltre 1 000 trasferimenti al mese e nel giugno 2017 è stato raggiunto un nuovo record con più di 3 000 trasferimenti mensili. Al 24 luglio il numero totale di ricollocazioni era pari a 24 676 (16 803 dalla Grecia e 7 873 dall’Italia).

Occorre un impegno costante di fronte ai 4 800 candidati attualmente in attesa di ricollocazione dalla Grecia – che potrebbero salire a 6 800 – e ai continui arrivi di candidati ammissibili in Italia. L’Italia deve ancora completare con urgenza la registrazione nel regime delle persone ammissibili arrivate nel 2016 e nel primo semestre del 2017. Si tratta, in particolare, di eritrei, 25 000 dei quali sono giunti in Italia dall’inizio del 2016, ma di cui solo 10 000 sono stati registrati in vista di una ricollocazione. Come indicato dalla Commissione nel piano d’azione per sostenere l’Italia, le autorità italiane dovrebbero registrare rapidamente tutti gli eritrei attualmente presenti nel paese e centralizzare la procedura di ricollocazione presso appositi centri. L’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (EASO) sostiene gli sforzi del paese con una campagna di sensibilizzazione online per l’identificazione di tutti i potenziali richiedenti.

In questa fase finale è fondamentale che gli Stati membri accelerino le ricollocazioni e assumano impegni sufficienti per ricollocare tutti i richiedenti ammissibili, compresi quelli che potrebbero arrivare da qui al 26 settembre. In ogni caso l’obbligo giuridico di ricollocazione per gli Stati membri non terminerà dopo settembre: le decisioni del Consiglio sulla ricollocazione sono applicabili a tutti coloro che arrivano in Grecia o in Italia fino al 26 settembre 2017 e i richiedenti ammissibili dovranno quindi essere ricollocati in tempi ragionevoli anche in seguito a questa data.

Diversi Stati membri hanno quasi assolto i loro obblighi di ricollocazione: Malta, la Lettonia e anche la Norvegia, uno Stato associato a Schengen che partecipa volontariamente al regime, hanno interamente ricollocato le persone loro assegnate dalla Grecia e la Svezia, che ha iniziato la ricollocazione solo a giugno, ha ricollocato quasi il 60% delle persone previste. La Commissione accoglie inoltre con favore il recente annuncio di un aumento degli impegni mensili della Spagna e l’annunciata accelerazione del ritmo dei trasferimenti da parte della Germania.

Reinsediamento

Globalmente i progressi relativi al reinsediamento continuano ad essere positivi e tre quarti circa (17 179) dei 22 504 reinsediamenti concordati nel luglio 2015 sono stati già effettuati. Poiché vari Stati membri con grosse assegnazioni hanno rispettato l’impegno relativo ai reinsediamenti assunto in base alle conclusioni del luglio 2015 o sono in procinto di farlo, la maggior parte degli sforzi sono attualmente rivolti verso i reinsediamenti in virtù della dichiarazione UE-Turchia, che purtroppo restano disomogenei: alcuni Stati membri non hanno ancora reinsediato nessuno.

I reinsediamenti dalla Turchia continuano ad aumentare in modo costante. Dal 14 giugno 1 552 profughi siriani sono stati reinsediati dalla Turchia negli Stati membri dell’UE. Il numero complessivo dei reinsediamenti nell’ambito della dichiarazione si attesta ora a 7 806 persone. Parallelamente, proseguono i negoziati sulle procedure operative standard del programma volontario di ammissione umanitaria tra gli Stati partecipanti e la Turchia, con l’obiettivo di adottarle in tempi brevi.

Il 4 luglio la Commissione ha invitato gli Stati membri a presentare nuovi impegni di reinsediamento per il 2018 che saranno sostenuti finanziariamente dalla Commissione. Tale impegni mirano a colmare il divario tra i sistemi di reinsediamento vigenti e l’adozione della proposta della Commissione su un nuovo quadro per il reinsediamento, che è attualmente oggetto di discussioni legislative. In linea con il piano d’azione per sostenere l’Italia e al fine di ridurre la pressione migratoria sulla Libia, salvare vite umane e proporre delle alternative alle pericolose rotte di migrazione irregolare, gli Stati membri sono stati invitati specificamente a concentrarsi sul reinsediamento da Libia, Egitto, Niger, Etiopia e Sudan, proseguendo al contempo i reinsediamenti dalla Turchia. La Commissione ha stanziato 377,5 milioni di euro per il reinsediamento nel 2018, che possono sostenere il reinsediamento di almeno 37 750 persone bisognose di protezione internazionale (10 000 euro a persona).

Fonte: Commissione europea

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