Alcune navi delle Organizzazioni umanitarie, da sempre attive nel Mediterraneo, hanno spento i motori per ragioni di sicurezza, nello stesso periodo in cui il Viminale diffonde i dati relativi agli sbarchi sulle coste italiane e l’OIM indica le nuove mete degli scafisti. In Italia, è stata segnata una diminuzione del 4,15% rispetto allo stesso periodo del 2016 e di ben 57% rispetto a giugno, il livello più basso per il mese di luglio dal 2014. A luglio, i migranti sono arrivati soprattutto da Nigeria, Guinea, Eritrea, Sudan e Mali. In particolare, nei primi sette mesi del 2017, i nigeriani hanno rappresentato il numero più alto: uno ogni sei. A seguire i cittadini di Bangladesh, Guinea e Costa d’Avorio.

Se le nuove soluzioni sembrano portare al risultato sperato, con l’Europa che adesso si rende disponibile ad intensificare le navi Frontex, i migranti continuano a scappare, cercando nuovi porti. Adesso è la Spagna a dover fare i conti con sbarchi e scafisti. Dai dati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), fino al 6 agosto, sono giunti in Spagna 8.385 persone, il quadruplo di quelli arrivati nel 2016. Pur se ancora molto distante dall’Italia, dove sempre secondo le cifre dell’OIM riferite allo stesso periodo, sono sbarcate 96.861 tra uomini, donne e bambini, gli esperti ritengono che entro la fine dell’anno la Spagna potrebbe oltrepassare la Grecia, dove ad oggi sono arrivati 11.713 migranti.

I dati, resi noti dal progetto di migranti mancanti di IOM (MMP), segnano dei morti anche nelle acque spagnole, dove hanno perso la vita 121 persone, rispetto alle 97 nello stesso periodo dello scorso anno. Al 14 di agosto, il mare del Mediterraneo ha invece inghiottito 2.408 migranti, cifra che si rivela, per il quarto anno consecutivo, uguale. Un numero destinato purtroppo ad aumentare ed una situazione, quella delle Ong costrette dai libici a non intervenire, che sembra esser lontana dal trovare una soluzione.

 

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