Attraversare il Reno con un passo? Si può. In Svizzera, nel Cantone dei Grigioni, sul massiccio del San Gottardo, c’è un laghetto alpino, chiamato Toma. E’ formato dalle gelide acque di scioglimento dei ghiacciai. Non ha immissari. Da lì, a 2.400 metri sul livello del mare, nasce il Reno, con i suoi 1.320 chilometri di lunghezza uno dei principali fiumi d’Europa. In quel punto il  minuscolo ruscello che funge da emissario del Toma ha una larghezza di un metro scarso. Non occorre, quindi, essere un gigante per attraversarlo con un semplice passo.

Scendendo a valle, quello stesso ruscello diventa rapidamente una delle più importanti vie d’acqua del Vecchio Continente, un’autostrada fluviale lungo la quale navigano chiatte immense, di oltre 200 metri, capaci di trasportare centinaia di container attraverso alcune delle zone più industrializzate d’Europa come il bacino della Ruhr.

Ma rispetto alle ciminiere della Ruhr il Toma è un altro mondo. E’ un laghetto di alta montagna, aria pura, acqua incontaminata, poco sopra il passo dell’Oberalp (2.050 metri), in un’area in cui si incontrano tre grandi bacini idrografici. Sul massiccio del San Gottardo, a pochi chilometri da lì, si trovano, infatti, le sorgenti di altri due grandi fiumi: il Rodano, che sfocia nel Mediterraneo in Costa Azzurra, e il Ticino che attraverso il Po, di cui è il principale affluente, si getta nell’Adriatico. Il Reno, invece, punta decisamente verso Nord. Attraversa la Svizzera; lambisce il Liechtenstein; si getta nel lago di Costanza di cui è al tempo stesso immissario ed emissario e prosegue la sua corsa in territorio svizzero fino a Basilea, dove entra in Germania e risale segnando il confine franco-tedesco fino a raggiungere la foce nel Mare del Nord in Olanda nei pressi di Rotterdam.

Il Reno è via d’acqua e quindi anche via di comunicazione, che duemila anni fa ha favorito la penetrazione di conquista nel Nord-Europa da parte delle legioni romane. Ovunque sono rimaste tracce indelebili di quel passaggio: nelle città, basti pensare a Colonia (Koeln), Treviri (Trier), dove è nato Karl Marx, Coblenza (Koblenz), Magonza (Mainz); nella lingua; nella civiltà del vino, che nel micro-clima della valle del Reno ha trovato un ambiente fecondo. Poi ha favorito la cristianizzazione del continente grazie ad una rete di monasteri e abbazie sviluppatisi nella valle del Reno e dei suoi affluenti. Ma il fiume è anche linea di frontiera tra due dei principali Paesi dell’Europa moderna, Francia e Germania, acerrimi nemici, che negli ultimi due secoli si sono contesi l’egemonia politico-militare sul Vecchio Continente. Un conflitto che ha provocato ben due guerre mondiali e che solo grazie al  processo di integrazione europea sembra essere stato ricondotto, da settant’anni a questa parte, ad una forma pacifica di convivenza. Il Reno, infine, è anche mito, poesia e cultura: qui i Nibelunghi custodivano il loro ori, cantati da Wagner. Qui la pittura e la letteratura del Romanticismo hanno trovato infinite fonti di ispirazione.

Dall’Oberalppass il Reno neonato scende con impeto lungo i fianchi scoscesi della montagna. A Disentis (1.100 metri di altitudine e una manciata di chilometri in linea d’aria dalla sorgente) è già  un fiume adulto. Il cicloturista che voglia pedalare lungo il giovane Reno o Reno Anteriore (Vorderrhein) ha varie opzioni. Può partire da Andermatt, località sciistica sotto il passo dell’Oberalp, e da lì risalire – in sella alla bici o con un servizio di navetta – i tornanti del passo. In cima al valico vale la pena prendersi una mezza giornata di tempo per salire a piedi fino alla sorgente. Oppure può partire direttamente dalla cima del passo e godersi la discesa.  In alternativa può scegliere come punto di partenza il villaggio di Disentis, sede di un’imponente abbazia benedettina, dove inizia l’itinerario protetto e riservato alle bici della pista ciclabile del Reno.

Per gli amanti della bici la Svizzera è un paradiso. Nessun altro Paese europeo è così avanti nella promozione del movimento a pedali quanto la Confederazione elvetica. Il territorio è attraversato da una fitta rete di piste ciclabili che consentono di raggiungere, al riparo dalle macchine, ogni angolo del Paese. E’ un’infrastruttura che pone la Svizzera all’avanguardia e ne fa un modello per tutta Europa. Le piste si distinguono in nazionali (che in parte coincidono con i grandi itinerari europei di EuroVelo), intercantonali e cantonali. La segnaletica è semplicemente perfetta. Sul sito www.veloland.ch è possibile trovare in più lingue (anche in italiano) informazioni di ogni  tipo: percorsi, tappe, chilometraggio, profili altimetrici, collegamenti, servizi navetta, punti di interesse turistico e paesaggistico, mappe, indicazioni per mangiare e dormire, tracce Gps. Per ogni itinerario è possibile scaricare un’apposita App, che fornisce, strada facendo, assistenza e informazioni di dettaglio. Il cicloturista in Svizzera non è mai abbandonato a se stesso.

La Ciclabile del Reno è la pista nazionale n. 2 e coincide in parte con EuroVelo 15. Da Disentis, già nel primo giorno di pedalata, si raggiunge uno dei tratti più emozionanti: le gole del Reno (Ruinaulta), anche note come il Gran Canyon svizzero. E’ un varco scavato nella roccia calcarea dalla forza impetuosa delle acque, dopo che, milioni di anni fa, un’immensa frana ha ostruito il corso del fiume, scaricando a valle miliardi di metri cubi di detriti. La vista che si offre oggi agli occhi del visitatore è una gola profonda, delimitata da pareti verticali di un bianco candido color gesso, ornate e sovrastate dal verde bottiglia delle foreste di abeti che si spingono fino al bordo dei precipizi. L’effetto cromatico è stupefacente. In fondo alla gola l’acqua scorre con tutta la sua forza. Per chi abbia piacere,  quel tratto il fiume si presta ad un percorso di rafting di difficoltà medio-alta (raggiunge il livello 3 su 5).

Usciti dalle gole, si prosegue per Reichenau, dove il Reno anteriore si unisce al Reno posteriore (Hinterrhein), dando vita al Reno propriamente detto. Poi si incontra Coira (Chur), capoluogo dei Grigioni, graziosa cittadina di impronta medievale  e rinascimentale. La pista prosegue attraverso una delle più rinomate e apprezzate  zone vitivinicole della Svizzera. Il risultato in termini di etichette è sorprendente e lascia appagati anche i palati più esigenti. Poi è la volta di Bad Ragaz, storica località termale, che ha avuto il suo momento di gloria a metà dell’Ottocento e che ancora oggi vale una sosta di almeno mezza giornata per bagnarsi nelle acque dello splendido e ultramoderno stabilimento termale. Il fiume tocca poi il minuscolo principato del Liechtenstein. Attraverso un ponte di legno si entra a Vaduz, la piccola capitale, che merita una breve tappa. Poco dopo il fiume si getta nel lago di Costanza (Bodensee o Lago dei quattro cantoni), che segna il confine tra Svizzera e Germania. Nel Quattrocento, all’epoca delle prime convulsioni dell’Europa cristiana, la città, anch’essa medievale e rinascimentale, ha ospitato il Concilio di Costanza (1418), convocato per superare lo scisma della chiesa d’Occidente.

Pedalando lungo la sponda Sud del lago, si prosegue fino a Stein am Rhein, autentico gioiello, un borgo incantevole che ha mantenuto integra la sua struttura medievale. Ancora qualche chilometro e si raggiunge Schaffhausen (Sciaffusa), nota per le cascate del  Reno che sono le più ampie d’Europa per larghezza (150 metri).

Lungo tutto il tratto svizzero del Reno, il fiume è balneabile. L’acqua è cristallina e ricca di pesce. Con la dovuta prudenza, a causa delle correnti, è possibile fermarsi nelle tante spiaggette fluviali che si trovano lungo la ciclabile. Da raccomandare il bagno al Rhybadi, storico stabilimento balneare di Schaffhausen, dove è un piacere nuotare controcorrente, protetti dagli  enormi vasconi fluviali e in compagnia delle carpe.

Il percorso lungo tutta la ciclabile è facile; pochissime le salite. Una di queste è nel tratto che attraversa le gole, dove la ciclabile rimanda a stradine asfaltate della viabilità secondaria. L’itinerario ben si presta al cicloturismo familiare. Fino a Basilea il Reno mantiene la sua impronta di fiume di montagna, con acqua pulitissima. A Basilea, cittadina al centro del Dreieckland (la terra dei tre angoli fra Svizzera, Francia e Germania) si trovano gli ultimi stabilimenti balneari. Dopo Basilea il fiume cambia aspetto. Da lì in poi diventa navigabile per le grandi chiatte. Alla periferia Nord di Basilea sorgono gli stabilimenti industriali dei grandi gruppi chimico-farmaceutici: Novartis, Syngenta, Hoffmann-La Roche. Quando esce dalla Svizzera, il Reno è ormai un’autostrada fluviale.

Qui finisce il tratto paesaggisticamente più interessante. Proseguendo verso Nord, il Reno bagna da una parte l’Alsazia, contesa da Francia e Germania; dall’altra la Renania-Palatinato, terra natale di Helmut Kohl, il cancelliere della riunificazione tedesca. Passa per Coblenza, antica città romana (Confluentes), dove la Mosella confluisce nel Reno. Entra nella Renania del Nord – Vestfalia; attraversa Bonn, cittadina universitaria, che ha dato i natali a Ludwig van Beethoven (1770) e dove Luigi Pirandello a fine Ottocento ha perfezionato i suoi studi di filologia romanza. Per un capriccio della Storia è toccato a Bonn il ruolo di capitale della Germania Ovest negli oltre quarant’anni  di divisione del Paese in due Stati contrapposti (Bundesrepublik Deutschland e Deutsche Demokratische Republik), lacerati dalla cortina di ferro della guerra fredda. Poi il fiume bagna Colonia e l’elegantissima Duesseldorf; entra nel bacino della Ruhr, una delle aree a più alta densità di popolazione e a più forte inquinamento di tutta Europa, dove non c’è un metro quadrato di suolo che non sia occupato da insediamenti umani, abitativi, produttivi o infrastrutturali. Infine, prima di lasciare la Germania, attraversa Duisburg, il più grande porto fluviale d’Europa. Da lì corre in piano attraverso i Paesi Bassi fino a dissolversi nel Mare del Nord.

Non c’è dubbio che il tratto ciclisticamente più interessante sia quello in Svizzera. Belli anche alcuni tratti del Medio-Reno, in particolare quello tra Magonza (Mainz) – ex capitale della provincia romana della Germania superiore – e Bonn. Qui la civiltà del vino dà il meglio di sé in terra tedesca. Qui si possono ammirare le rupi della Loreley, la sirenetta cantata da Heinrich Heine, e del Drachenfels, dove – secondo la leggenda della Canzone dei Nibelunghi – Sigfrido ha ucciso il drago Fafnir.

Facile l’organizzazione di un cicloviaggio sul Reno. Ottime le guide disponibili sul mercato. Eccellenti i collegamenti ferroviari e fluviali per tornare al punto di partenza. Unica avvertenza per chi scelga la Svizzera: attenti al cambio. La Confederazione non è proprio a buon mercato. Buona pedalata!