L’euro è un successo a molti livelli: è condiviso da ben 340 milioni di europei in 19 Stati membri. Sette degli Stati divenuti membri dell’UE nel 2004 lo hanno già adottato. Eppure sono passati solo 25 anni da quando il trattato di Maastricht ha aperto la strada alla moneta unica e solo 15 anni da quando è entrata in circolazione la prima moneta metallica. L’euro è la seconda moneta più utilizzata al mondo, ha portato prezzi stabili ed è entrato a far parte della vita quotidiana di gran parte degli europei. E’ quanto si dice in un documento di riflessione pubblicato dalla Commissione Europea sulla relazione dei cinque presidenti di giugno 2015 e che intende, da un lato, stimolare il dibattito sull’Unione economica e monetaria e, dall’altro, contribuire a formare una visione comune della sua futura configurazione. Tenendo debitamente conto dei dibattiti negli Stati membri e dei pareri delle istituzioni europee, il dossier (https://ec.europa.eu/italy/news/20170531_documento_riflessione_uem_it) illustra le misure concrete che potrebbero essere adottate prima delle elezioni del 2019, oltre a definire una serie di opzioni per gli anni successivi, quando l’architettura dell’Unione economica e monetaria dovrebbe essere stata completata.

Ma le difficoltà che la moneta unica ha attraversato negli ultimi anni indicano che non è sempre percepito come un successo, anche se oggi il sostegno per l’euro è di nuovo al livello più alto dal 2004 (72% dei cittadini della zona euro). La crisi finanziaria ed economica globale iniziata negli Stati Uniti nel 2007-2008 ha provocato la peggiore recessione che l’Unione europea abbia vissuto in sessant’anni di storia. Gli Stati membri e le istituzioni dell’UE hanno preso forti decisioni politiche per tutelare l’integrità dell’euro ed evitare il peggio e queste riforme stanno dando frutti. Ma la crisi non sarà finita finché la disoccupazione rimarrà così elevata. Al fine di conseguire risultati ancora migliori per tutti i cittadini, la governance dell’euro ha bisogno di ulteriori riforme.

Le opzioni proposte nel documento di riflessione intendono contribuire a costruire un ampio consenso su come affrontare le sfide future e dare nuovo impulso a questo importante dibattito.

Il completamento dell’Unione economica e monetaria non è fine a se stesso, ma è necessario per fornire posti di lavoro, crescita, equità sociale, convergenza economica e stabilità finanziaria. Responsabilità e solidarietà, riduzione e condivisione dei rischi devono andare di pari passo. L’Unione economica e monetaria dovrebbe restare aperta all’adesione di tutti gli Stati membri dell’UE e il processo decisionale deve essere più trasparente e conforme al principio di responsabilità democratica. Sono questi i principi guida per i lavori futuri. Un ampio consenso politico sulla direzione da seguire e una tabella di marcia con una chiara sequenza delle tappe saranno fondamentali per raggiungere il successo.

Per progredire sarebbero necessarie misure in tre settori chiave. Eccole

1) Completare una vera e propria Unione finanziaria

Un sistema finanziario integrato ed efficiente è essenziale per un’Unione economica e monetaria efficace e stabile, scrive la Commissione. Su impulso di quanto già realizzato negli ultimi anni, è necessario trovare un consenso sulla via da seguire. Ciò include portare avanti gli elementi che sono già in discussione e concordare misure aggiuntive da adottare entro il 2025, tra cui il completamento dell’Unione bancaria e i progressi per la riduzione e la condivisione dei rischi nel settore bancario, con misure per rendere le banche europee ancora più resilienti. Anche la realizzazione dell’Unione dei mercati dei capitali è di fondamentale importanza al fine di fornire opportunità di finanziamento più diversificate e innovative per l’economia reale, anche attraverso i mercati di capitali.

2) Creare un’Unione economica e di bilancio più integrata

La relazione dei cinque presidenti aveva già individuato nella convergenza verso strutture economiche e sociali più resilienti negli Stati membri un elemento essenziale per il successo a lungo termine dell’Unione economica e monetaria. Gli Stati membri potrebbero rafforzare elementi già esistenti, quali il semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche o il collegamento del sostegno finanziario dal bilancio dell’UE alle riforme strutturali. Ma gli Stati membri potrebbero decidere anche di migliorare la capacità di stabilizzazione macroeconomica della zona euro. Il documento illustra varie opzioni a tal fine che la Commissione esaminerà.

3) Ancorare la responsabilità democratica e rafforzare le istituzioni della zona euro

Per un’Unione economica e monetaria più forte gli Stati membri, ragiona ancora la Commissione, devono accettare di condividere maggiormente le responsabilità e le decisioni sulle questioni relative alla zona euro, all’interno di un quadro giuridico comune. Ciò potrebbe essere realizzato attraverso i trattati dell’UE e le sue istituzioni, un approccio intergovernativo o, come avviene attualmente, con una combinazione di entrambe le possibilità. Una maggiore integrazione politica potrebbe prevedere un ripensamento dell’equilibrio tra la Commissione e l’Eurogruppo e giustificare la nomina di un presidente permanente a tempo pieno dell’Eurogruppo e l’unione della rappresentanza esterna della zona euro. L’idea di un Tesoro della zona euro – con un eventuale bilancio della zona euro – e di un Fondo monetario europeo è anche oggetto di dibattito pubblico e potrebbe essere presa in considerazione in una fase successiva del processo di approfondimento dell’Unione monetaria nell’ambito dell’UE: si tratta del passaggio più importante del documento del governo di Bruxelles.

Per stimolare la discussione la Commissione europea ospita, insieme al Parlamento europeo e agli Stati membri interessati, una serie di dibattiti sul futuro dell’Europa nelle città e nelle regioni del continente. Il documento di riflessione è un invito a tutti ‘’affinché esprimano il proprio parere sul futuro dell’Unione economica e monetaria, nel contesto del più ampio dibattito sul futuro dell’Europa’’. Le proposte per il futuro dovranno basarsi su un ampio consenso e tenere conto delle sfide globali che ci attendono. Per questo anche i documenti di riflessione sulla gestione della globalizzazione e sulla dimensione sociale dell’Europa, così come l’imminente documento di riflessione sul futuro delle finanze dell’UE, vanno ad alimentare il dibattito sul futuro della nostra Unione economica e monetaria. La Commissione pubblicherà anche un documento di riflessione sul futuro della difesa dell’Europa.