Non si placano le polemiche in Europa sul salvataggio pubblico delle banche venete, autorizzato però dalle istituzioni comunitarie.
Le decisioni prese sulle banche venete “avrebbero potuto essere completamente diverse un anno o un anno e mezzo fa”, ma la situazione di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca si e’ deteriorata a tal punto che il Single Resolution Board ha dovuto concludere che non era nell’interesse pubblico procedere a una risoluzione. Così si è giustificata Elke Koenig, presidente dello stesso Single Resolution Board (l’Autorita’ di risoluzione europea) durante un’audizione davanti all’Europarlamento. Le due banche erano “in acque agitate da un po’ di tempo”, ha spiegato Koening: “per le due istituzioni siamo giunti alla conclusione che negli ultimi 24 mesi avevano perso una parte sostanziale dei loro clienti, che le loro funzioni critiche potevano essere
sostituite da altri attori nella regione e che non erano interconnesse”, ha spiegato Koening. I piani di risoluzione
erano gia’ stati preparati lo scorso anno ma, “quando siamo stati coinvolti, era chiaro che non c’era una soluzione privata a portata di mano”, ha rivelato Koening.
Insomma, alla prova dei fatti anche i vertici comunitari di vigilanza bancaria hanno dovuto prendere atto che il bail in in alcuni casi è impraticabile.
E sotto attacco sarebbe finita anche la commissaria europea all’Antitrust Margrethe Vestager. In una riunione a porte chiuse sempre all’Europarlamento in Commissione Bilancio, la danese titolare della concorrenza avrebbe subito molte critiche da parte di alcuni deputati del Nord Europa per il suo via libera al salvataggio pubblico delle banche venete.